Immaginate una vera stazione elettrica dei treni del passato la cui terra oggi è prosperosa di semi e radici. Radici di piante, di memorie, di storie, radici di noi. Ben arrivati a Stazione Radio, un luogo che sento casa mia nonostante io viva in Sardegna.
Un’architettura oggi abbandonata, ma in passato abbondante dell’energia che da qui alimentava i treni. I binari morti di un tempo, ma oggi vivi grazie al susseguirsi di nascite e rinascite vegetali. L’acqua che scorre vicina e accompagna la ciclovia. Tutto questo è una somma straordinaria e unica di simboli e ossimori che ci mettono in contatto con noi stessi in modo potente. Tutto questo è Stazione Radio, dove troviamo qualcosa di noi.
Il nostro viaggio, che attraverso le storie altrui come un treno ci trasporta, muovendo le nostre rotaie dell’anima. I nostri moti interiori che necessitano di essere rinnovati per creare le nostre direzioni, le nostre fermate, le nostre partenze e ripartenze. Il nostro ristoro, il nostro stupore.
Radici vegetali, ma anche radici di parole. Parole in cui, attraverso il treno, la stazione e il viaggio ritroviamo la gran parte dei simboli di Stazione Radio
StAzione – stare, fermarsi, ripartire, scendere, salire, finire, iniziare.
Ra-Dio – il prefisso Ra è quello di ravvicinare e riavvicinare, mentre Dio èla luce, la scintilla, l’entusiasmo, l’incontro con la natura da bene-dire, le nostre misteriose dee e dei interiori da cui dipendono le fioriture della nostra anima.
Un progetto resiliente, lo so, resilienza è una parola abusata, ma di cui voglio ricordarvi le radici latine di re-salio, saltare, spostarsi, danzare. Richiama il ribaltamento, il riadattare, la parti ferite vengono curate e ritrovano memoria, salute e futuro. Così quella storia di produzione di energia, di abbondanza, poi abbandonata e dimenticata, ci restituisce nuove abbon-danze. Ed ogni parola del passato ritorna ad essere azione del presente. E così ad esempio la biglietteria diventa la podcasteria.
Un progetto pilota per tutti gli habitat ferroviari dismessi. Per collegare e dar voce a tutti i binari d’Italia, alle azioni di sostenibilità autentica che arriveranno dalle stazioni oggi attive, da quelle che verranno recuperate, fino a binari morti, in cui spesso c’è una biodiversità straordinaria capace di rigenerare e rinaturalizzare gli spazi aperti. Una rete ferroviaria fatta di relazioni, di natura ritrovata, di strade nuove che diventano stazioni di innovazione. Un racconto nuovo, reso possibile da occhi nuovi.